La Storia di Caserta

Il passato del capoluogo campano: dalle origini fino ad oggi

La Storia di Caserta

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aserta non ha origini recenti: intorno al 423 a.C. venne conquistata dai Sanniti e nel 211 a.C., dal momento che si schierò con Annibale in opposizione ai Romani, venne condannata all'esproprio a alla centuriazione e quindi alla frammentazione del proprio territorio in grandi appezzamenti.

Agli inizi del VIII secolo fu distrutta dalle invasioni dei Longobardi di Capua, fino ad essere completamente distrutta nel 863 d.C. per iniziativa di Pandone il Rapace.

Notizie certe intorno a essa si hanno solo nel Medioevo quando compare per la prima volta con il nome di Casairta; venne incorporato nel Ducato di Benevento e nel 879 venne incamerata dai conti di Capua.

Ruggero II la eresse a Contea nella prima metà del XII secolo e si costituì lo Stato casertano; la città visse un periodo di splendore grazie a Roberto di Lauro, capostipite della nuova signoria. Furono infatti costruiti il Palazzo Vescovile, la Casa Canonica, mentre proseguiva la realizzazione della Cattedrale.

Successivamente, però, la signoria passò nelle mani della famiglia d'Aquino e a quella Angioini, poi appartenne ai Sanseverino, ai Ribulsi, ai Della Ratta. Caterina Della Ratta, figlia del conte Francesco, sposò dapprima Cesare d'Aragona, figlio naturale di Ferrante (uomo di fiducia del re), in seguito convolò a seconde nozze con Andrea Matteo d'Acquaviva, conte di Conversano, con il quale ebbe inizio la dinastia degli Acquaviva, che durò dal 1544 fino al 1634.

Egli concordò anche il matrimonio tra la pronipote della contessa di Caserta Anna Gambacorta e il nipote Giulio Antonio, con il quale Caserta visse il periodo di maggiore sviluppo, purtroppo segnato anche dall'epidemia di peste del 1656..

Il principato fu venduto a Carlo di Borbone intorno al 1750, quando la città si abbellì grazie alla maestosità del Palazzo Reale; la sede vescovile si trasferì da Caserta Vecchia nella Caserta attuale con ordinanza del Papa Gregorio XVI del luglio 1841 e diede vita ad una nuova cattedrale. Grazie a Ferdinando II Caserta divenne vero e proprio fulcro degli affari di Stato.

Nel 1819 la città fu nominata capoluogo di provincia di Terra di Lavoro, soppressa poi nel 1927; ritorna capoluogo di provincia qualche anno più tardi, nel 1945.

Garibaldi pose qui il proprio quartiere generale; dal 1926 fino al 1943 fu sede dell'Accademia dell'Aeronautica Militare Italiana.

Dall'ottobre 1943 vi si stabilì il comando supremo di Napoli e il 29 aprile 1945 il generale Von Vietinghof vi firmò la resa dell'esercito tedesco presente in Italia.

La provincia di Caserta , conosciuta con il nome di Terra di Lavoro fino al 1927, anno in cui questa venne soppressa, comprende l'intero settore nord-occidentale della Campania.

Il nome originario della suddetta regione è Liburia, termine che deriva da un'antica popolazione denominata Leporini oppure Liburn, anche se molto ritengono che esso sia stato dedotto dal gentilizio Libor, poi tramutato in Labor a causa di una trascrizione errata o per distorsione fonetica.

Terra di Lavoro ebbe la sua massima estensione intorno al XIII secolo, epoca in cui includeva il territorio compreso tra il Tirreno, gli Appennini e la fascia meridionale della valle Roveto.

E' stata anche una provincia del Regno di Sicilia, del Regno di Napoli e dell'Italia pre-repubblicana.

I centri più importanti erano Caserta, Capua, Gaeta, Sora, Nola, Teano, Isola di Liri, Arpino (luogo di nascita di Cicerone) e Aquino, oltre ai comuni delle isole Ponza e Ventotene.

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